Rischio, Diversificazione, Rendimento
Di nuovo il nostro oracolo di Omaha ci regala una perla della sua saggezza ed esperienza finanziaria.
Poche parole ma che ben si adattano e immediatamente focalizzano il tema di oggi: vediamo di capire il legame fra rischio e rendimento.
Affronteremo la problematica nella maniera più semplice possibile: si tratta di una delle argomentazioni finanziarie più complesse, pertanto cercheremo di dare immediatezza e facilità di comprensione alla riflessione odierna.
La Consob scrive: “Il rendimento è una grandezza facilmente misurabile; il rischio, invece, risulta difficilmente misurabile in quanto è una grandezza soggettiva la cui percezione è influenzata da molteplici fattori.
Talvolta è difficile comprendere il giusto equilibrio tra rendimento e rischio….”
Ricordiamoci che rischio e rendimento crescono insieme! Solo se abbiamo chiaro questo, possiamo avvicinarci consapevoli agli investimenti.
Possiamo anche decidere di acquistare strumenti finanziari più rischiosi, ma ben coscienti, però, del maggior rischio cui andiamo incontro.
Pertanto, se desideriamo un investimento che accresca e valorizzi il valore del nostro capitale dovremo essere pronti ad assumerci più rischi!
Diversamente ci dovremo accontentare di investimenti che possano difendere il nostro capitale solamente dall’inflazione ( attualmente , forse, neanche da quest’ultima variabile).
Cerchiamo di ricordarci che, nella precedente riflessione, abbiamo parlato di diversificazione…..e non dimentichiamo che tutto è collegato da un filo logico.
Per cui :
RISCHIO – DIVERSIFICAZIONE – RENDIMENTO
Questi tre temi sono integranti l’uno con l’altro.
Ogni qualvolta un investitore deve investire i propri risparmi, è solito formulare al suo interlocutore, sempre la solita premessa: “non voglio rischiare”.
Non so’ scrivere quante volte mi sia successo nel corso della mia esperienza lavorativa: la premessa che pone ogni qualsiasi risparmiatore è sempre questa!
Salvo, poi, ricercare rendimenti ben al di sopra del tasso di inflazione in corso….. ma come abbiamo visto poco sopra, se ricerchiamo rendimenti superiori, dobbiamo sopportare rischi superiori.
Probabilmente, questa lunga epoca di tassi bassi sulla remunerazione della liquidità, ha finalmente reso coscienti gli investitori riguardo alla certezza che non esista alcun alto rendimento che non sia accompagnato ad un altrettanto alto rischio.
Questa nuova presa di coscienza è estremamente positiva e rappresenta uno dei fondamenti dell’approccio consapevole all’investimento, perché, per scegliere fra diversi strumenti finanziari a disposizione, è innanzitutto necessario capire quanto si è disposti a rischiare.
Pertanto, abbiamo parlato di pianificazione finanziaria, di asset allocation , di esigenze e bisogni del risparmiatore, adesso aggiungiamo un “tassello“ ulteriore al nostro puzzle: la propensione al rischio, ossia quanto siamo disposti a perdere del nostro patrimonio per “guadagnare un po’ di più”.
Poiché, spesso , abbiamo aspettative di rendimento che non sono affatto realistiche: come dice la Consob “non si può pretendere la luna” e soprattutto, si deve essere consapevoli che a maggiori rendimenti corrispondono maggiori rischi.
Pertanto, se desideriamo un investimento che accresca il valore del nostro capitale, e non ne protegga semplicemente il potere d’acquisto dall’inflazione, dovremo essere pronti ad assumerci più rischi!
Rimane, però, un forte dubbio: quanto è realmente consapevole l’investitore medio italiano?
Ossia, la domanda che voglio porre a tutti noi è se siamo veramente consapevoli del fatto che sule mercato odierno NON ESISTONO STRUMENTI D’INVESTIMENTO PRIVI DI RISCHIO, perché questo rappresenta il costo per far crescere i propri risparmi?
Prima di cercare di dare qualunque risposta, probabilmente dovremmo porci una primaria domanda: cosa si intende per RISCHIO?
E nuovamente la Consob ci offre la risposta in maniera chiara, sintetica e semplice : “La propensione al rischio rappresenta la disponibilità a sopportare perdite patrimoniali dovute all’andamento negativo del mercato, al fallimento dell’emittente dello strumento finanziario in cui abbiamo investito o al fatto che non esiste un mercato liquido. Quanto più siamo propensi al rischio, tanto più siamo disposti ad accettare che l’investimento non consegua i risultati che ci attendevamo”.
Come abbiamo visto sopra, da un punto di vista finanziario, esistono sostanzialmente quattro tipologie di rischio:
- Rischio di mercato : Rischio di perdita, correlato alle fluttuazioni del valore di mercato del portafoglio o del singolo strumento finanziario
- Rischio di controparte : Rischio di default di una controparte che non è in grado di rimborsare il credito, che spesso si traduce in una perdita totale dell’investimento effettuato.
- Rischio di liquidità : Rischio di impossibilità temporanea a vendere un titolo.
Le prime tre forme di rischio si traducono, poi, sulla quarta tipologia di rischio che è :
- Rischio default di obiettivo : Il Rischio che quanto si sia accantonato ed investito, risulti a scadenza insufficiente a soddisfare un prestabilito obiettivo, per via di rendimenti non adeguati.
Purtroppo, molto spesso, l’investitore preoccupato dal solo rendimento, trascura il Rischio di controparte, proprio il più importante, in grado di causare anche perdite pari al 100% delle proprie disponibilità: Vi ricordate quando abbiamo parlato di diversificazione?
Ecco come può materializzarsi una errata o assente diversificazione! ( adesso potrete meglio capire ciò che abbiamo scritto sulla precedente riflessione: tutto è collegato, un filo logico unisce le tematiche finanziarie ).
L’investitore medio è solamente concentrato sul rischio di mercato, ossia avere il “ rendimento sognato “, perdendo di vista, così, le altre tipologie fondamentali!!!
Anzi, ben più rischiose dato che possono sottoporre il nostro patrimonio a rischi ben più elevati , quali la perdita totale!
Tutto ciò avviene poiché l’attenzione del risparmiatore è quasi tutta concentrata sul Rischio di mercato.
Questo ci fa comprendere come, comunemente, IL RISCHIO VENGA INTESO COME PERDITA DEL PROPRIO DENARO, ossia una vera e propria diminuzione dei propri risparmi, legata al minor valore dell’importo liquidato al momento del disinvestimento.
Questa equivalenza non è altro che la conseguenza delle esperienze negative che hanno subìto i risparmiatori nel corso del tempo, patendo gravi perdite e non comprendendo, poi, le motivazioni del danno finanziario derivato.
Poco o nulla è stato fatto dagli intermediari per far capire quanto sia errata questa credenza; collegare il rischio alla perdita di denaro ( ne abbiamo già parlato in passato quando abbiamo affrontato la finanza comportamentale ) è l’errore più comune a cui ci troviamo quotidianamente di fronte!
Mentre il rischio DEVE essere collegato ad un altro fattore fondamentale che è la volatilità ossia la capacità massima che possiede un determinato strumento finanziario ad aumentare o diminuire di valore nel corso di un determinato periodo di tempo.
La perdita di patrimonio non è che una conseguenza, derivante dall’incapacità che abbiamo nel saper aspettare l’orizzonte temporale corretto e coerente che ogni strumento finanziario possiede per poter offrire il rendimento atteso.
In concreto, non riusciamo ad attendere il ciclo naturale di vita dello strumento finanziario in oggetto, pertanto, nella maggior parte dei casi, smobilizziamo l’investimento quando ancora i rendimenti attesi non sono stati conseguiti, e per causa della volatilità, spesso conseguiamo perdite in conto capitale.
Tanto più alta è la volatilità di uno strumento finanziario, tanto più alta è la probabilità che un investitore possa smobilizzare un investimento ad un valore di mercato più basso rispetto a quello di partenza.
Quindi, ciò che comunemente viene inteso come RISCHIO DI PERDITA, altro non è che LA POSSIBILITA’ DI LIQUIDARE IL PROPRIO INVESTIMENTO PRIMA DEL SUO NATURALE CICLO DI VITA (orizzonte temporale) AD UN VALORE PIU’ BASSO DI QUELLO ATTESO.
Se ricordiamo i suggerimenti di Kahneman , ( i pensieri lenti e veloci ) possiamo ora ben capire come siano collegati alle tematiche che stiamo affrontando.
La mancanza di un approccio oggettivo e razionale, ci fa prendere di sovente la decisione di smobilizzare investimenti in perdita perché subentra la paura di vedere oscillare i prezzi del nostro strumento finanziario: ed invece di attendere il corso naturale del ciclo, che altro non è l’orizzonte temporale coerente e congruo, procediamo con la vendita istintiva conseguendo perdite.
Ecco il rischio come si traduce in maniera dirompente sul nostro patrimonio!
E’ l’incapacità di sopportare la volatilità dei prezzi ( non il rischio di perdita ) che ci fa concretizzare le perdite.
In realtà, il nostro miglior alleato nell’investimento dei risparmi, è proprio ciò che più spaventa i risparmiatori: la VOLATILITA’.
Mentre, con un approccio razionale e di lungo termine , LA VOLATILITA’ NON E’ CHE UNA VALIDISSIMA ALLEATA per il raggiungimento di rendimenti utili a conseguire determinati e fondamentali obiettivi di vita.
La figura che abbiamo inserito qui sopra rappresenta l’evoluzione del mercato americano S&P 500 dal 1991 ai giorni nostri: segue l’andamento di un paniere azionario formato dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione.
Nonostante le crisi, le grandi oscillazioni ( volatilità!!! ) , nel corso del tempo è comunque sempre cresciuto: perché l’economia reale cresce, la finanza nel medio-lungo periodo si adegua.
Ricordiamocelo sempre questo postulato!
Pertanto, oggi, abbiamo capito come il fattore rischio sia percepito in maniera errata quando ci avviciniamo agli investimenti: il rischio non è la perdita del patrimonio, bensì è la volatilità che possiede lo strumento finanziario.
Volatilità che può essere una grande alleata se abbiamo la razionalità di comportamento nell’attendere l’orizzonte temporale coerente con i nostri obiettivi di rendimento!
Dobbiamo, quindi, procedere con “ il giusto dosaggio “ fra RISCHIO e RENDIMENTO: proprio come fosse una ricetta culinaria.
Certamente con un corretto approccio all’investimento, ma soprattutto affidandosi ad un consulente esperto in PIANIFICAZIONE FINANZIARIA, per poter redigere il proprio progetto di vita , riusciremo a mixare in maniera corretta le due variabili.
Solo ed esclusivamente attraverso una corretta PIANIFICAZIONE FINANZIARIA, che comporta un’attenta analisi delle proprie uniche e soggettive esigenze, ci si può tutelare dal RISCHIO di smobilizzare investimenti prima che abbiano dato i frutti attesi, o conseguire risultati a scadenza insufficienti. Vedete bene come siamo tornati a parlare di pianificazione, il tema della precedente riflessione, perché come più volte Vi ho detto : tutto è collegato!
Nella prossima riflessione Vi dimostrerò brevemente come , partendo dall’ultima figura sopra , orizzonti temporali diversi, scelta di investimenti diversi, possano offrire rendimenti del tutto diversi.
http://www.consob.it/web/investor-education/rischio-e-rendimento
http://www.pianificareilfuturo.it/2014/09/rischio-e-rendimento-luno-o-laltro.html